Nicolae è molto strano. “Che fai?”, dico. “Punisco…”, fa. Lo pensa anche Lev: “Quello è matto!”, dice. Che ridere: “Qui siamo tutti matti!”, gli faccio. Lo vedi accovacciato nel giardino, Nicolae, tutto preso. “Le avevo avvertite”, aggiunge e guarda per terra dove ci sono le formiche grosse. “La settimana scorsa”, fa senza guardarmi, “A dieci di loro ho schiacciato il pallino centrale”. Gli dico: “Che pallino?”, mi fa: “Uno, due e tre…”, contando i pallini neri che formano il corpo della formica. Poi dice: “Il primo pallino è la testa…”, lo indica, “se lo schiacci muoiono quasi subito. Si picchiano un po’ in quel punto con le zampe come indemoniate e poi smettono. Con l’ultimo gli prendono le convulsioni e cominciano ad agitare tutte le zampe. Guarda: Così…”, e muove a scatti i gomiti per aria. “Bleah!”, faccio, e lui si mette a ridere. Poi dice: “Se schiacci quello centrale gli altri due pallini iniziano a tremare. Penso sia una specie di stomaco, ma non credo sia vitale. R
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