Il Dio delle formiche

Nicolae è molto strano.
“Che fai?”, dico.
“Punisco…”, fa.
Lo pensa anche Lev: “Quello è matto!”, dice.
Che ridere: “Qui siamo tutti matti!”, gli faccio.
Lo vedi accovacciato nel giardino, Nicolae, tutto preso.
“Le avevo avvertite”, aggiunge e guarda per terra dove ci sono le formiche grosse.
“La settimana scorsa”, fa senza guardarmi, “A dieci di loro ho schiacciato il pallino centrale”. Gli dico: “Che pallino?”, mi fa: “Uno, due e tre…”, contando i pallini neri che formano il corpo della formica. Poi dice:
“Il primo pallino è la testa…”, lo indica, “se lo schiacci muoiono quasi subito. Si picchiano un po’ in quel punto con le zampe come indemoniate e poi smettono.
Con l’ultimo gli prendono le convulsioni e cominciano ad agitare tutte le zampe. Guarda: Così…”, e muove a scatti i gomiti per aria.
“Bleah!”, faccio, e lui si mette a ridere. Poi dice:
“Se schiacci quello centrale gli altri due pallini iniziano a tremare. Penso sia una specie di stomaco, ma non credo sia vitale. Restano vive per quasi un minuto e fanno il ballo di San Vito”.
“Pensa che male!”, gli faccio.
Annuisce.
“Ora l’hanno fatta grossa”, fa. “Stanotte me ne sono trovata una nella scarpa”, si è fatto serio.
 “Per colpa di quella adesso le devo punire tutte quante…”.
“Posso restare?”, gli faccio.
“Se vuoi…”.
Ne prende una con la pinzetta delle sopracciglia. La tiene per la testa, credo; poi prende le forbicine piccole e comincia a tagliargli metà di ognuna delle sei zampette. Ora tutti quei fili mozzati iniziano a tremare così forte che per poco non si staccano anche loro.
“Così le immobilizzo ma senza farle morire”. Poi la posa a terra e quella rimane immobile a tremare. “Quante ne hai fatte finora?”.
 “Dodici”, mi fa. Le ha messe tutte in cerchio e al centro ha fatto un piccolo buchetto per terra. Penso che stanno soffrendo le pene dell’inferno. (sempre che esista l’inferno delle formiche). Le antenne vibrano come se fossero elettriche mentre le zampette si agitano invano. Se a un uomo facessero lo stesso, penso, urlerebbe fino a farsi scoppiare il cuore maledicendo Dio, se stesso e i suoi figli. Nicolae tira fuori qualcosa dalla tasca e la mette al centro nel buchetto. Poi comincia a strillare:
“Vedete cosa succede a disobbedire?”. E’ una sua foto, di quelle piccole che si fanno nelle macchinette per strada. Accanto c’è un’altra formica. Tre spilli la trafiggono in ogni pallino; forse è quella della scarpa.
“Ora morite pure davanti al vostro Dio!”, urla rivolgendosi alle formiche. Molte stanno morendo davvero, credo. Le antenne continuano a muoversi da una parte all’altra, ma più lentamente. Forse, nella loro lingua, si maledicono anche loro. Poi guardo Nicolae e vedo che è diventato tutto rosso; la saliva gli cola dalla bocca mentre le infilza tutte, una per una.
“Sarà d’esempio...”, dice.
Mi sa che è matto per davvero.

Commenti

Anonimo ha detto…
Wow...

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