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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Diario del seduttore (Kierkegaard)

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“La seduzione di Zerlina è un tranquillo sposalizio che si svolge senza complicazioni. La cosa va essenzialmente così: lei non sa come sia accaduto, ma è accaduto e così è stata sedotta ”. (Cfr.  Commento al don Giovanni Mozartiano). Sicuramente tra i più suggestivi dell’intero Commento al Don Giovanni Mozartiano, questo inciso chiarifica completamente il nesso profondo tra la celebre Opera teatrale e il “Diario del seduttore”, che diventa quindi l’inevitabile conseguenza della fascinazione che il capolavoro ebbe sull’uomo Kierkegaard, prima che sul filosofo. Questa distinzione si renderà quanto mai necessaria per svelare il segreto nascosto dietro il seduttore Giovanni, cui il filosofo di Copenaghen affida il proscenio del suo scritto. “Al di là del mondo nel quale viviamo, in uno sfondo remoto, esiste ancora un altro mondo, che rispetto al primo sta nell’identico rapporto in cui la scena che talvolta vediamo a teatro si trova rispetto alla scena reale”. (Cfr. Diario) Nar

GUSTAVE FLAUBERT

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"Muoio come un cane, e quella puttana di Emma Bovary vivrà per sempre" (Flaubert)

FALENE

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Inestricabilmente avvinte si torcono godendo in egual modo l'una al dell'altra invito. Un nodo. Trasfigurato in pura controluce. Follia pei santi e i poveri d’ardore, ritornano crisalidi a sembrare, chè fiamma è calamita al loro cuore. E miglior morte non osavano sperare..

Le affinità elettive (Goethe)

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Per molti “Il” vero capolavoro di Goethe, è indubbio che il romanzo, che si colloca cronologicamente tra il Werther, del periodo giovanile, e il Faust pubblicato postumo, sia l’opera dove il grande scrittore tedesco ha operato la più lucida e razionale trasposizione di se. Quel “sé” che Goethe aveva ritrovato nei primissimi anni del ‘900 quando, ormai sessantenne, lontano dai fervori idealistici giovanili, lontano da Weimar e dai reggenti d’Europa, si riconsegnò totalmente alla sua scrittura apportandole quel contributo di esperienze e disillusioni che negli anni aveva accumulato, ed esorcizzando ciò che più di ogni altra cosa temeva per se: la sterilità creativa -        Ma l’arte, a questo modo, non si allontana poco a poco dall’artista quando l’opera, come un figlio provvisto della sua parte, non torni più a rivolgersi al padre? – (Cfr. W.G) In quello stesso periodo intensificò gli studi di fisica e chimica che, “…come la calce mostra una grande simpatia

POSEURS

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Per indolenza immoti o per diletto Lor corpi a figurar stili e misure Ristanno gli agghindati opali in gesso Seppure fatuo il fuoco riempie il petto Cui plaude e solidale tra creature Dio dona vita a specchio e il suo riflesso

Erik Alfred Leslie Satie

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Sito della pianista Cristina Ariagno Il compositore Eric Satie un dandy? Senza dubbio, direi. Parigino di fine Ottocento, visse i primi anni della sua carriera suonando il piano al Cabaret Chat noir ( noto circolo di artisti a Monmartre). La consacrazione nei primi anni del '900 quando partecipò ai più importanti avvenimenti artistici, collaborando con personaggi del calibro di Picasso e Cocteau e coltivò la sua  amicizia con Claude Debussy. Proverbiale la sua mania per gli ombrelli e i completi di velluto.

La mia Follia

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Se l’è portata il vento, via. La primula nel vaso già scolora. E s’appassisce l’estro assieme al viola acceso. Ti darò in cambio, chili di sere e mattine. Ma un altro salto. Ancora. Non mi lasciare solo, nel fango, a sporcarmi d’uomo..

Il Dio delle formiche

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Nicolae è molto strano. “Che fai?”, dico. “Punisco…”, fa. Lo pensa anche Lev: “Quello è matto!”, dice. Che ridere: “Qui siamo tutti matti!”, gli faccio. Lo vedi accovacciato nel giardino, Nicolae, tutto preso. “Le avevo avvertite”, aggiunge e guarda per terra dove ci sono le formiche grosse. “La settimana scorsa”, fa senza guardarmi, “A dieci di loro ho schiacciato il pallino centrale”. Gli dico: “Che pallino?”, mi fa: “Uno, due e tre…”, contando i pallini neri che formano il corpo della formica. Poi dice: “Il primo pallino è la testa…”, lo indica, “se lo schiacci muoiono quasi subito. Si picchiano un po’ in quel punto con le zampe come indemoniate e poi smettono. Con l’ultimo gli prendono le convulsioni e cominciano ad agitare tutte le zampe. Guarda: Così…”, e muove a scatti i gomiti per aria. “Bleah!”, faccio, e lui si mette a ridere. Poi dice: “Se schiacci quello centrale gli altri due pallini iniziano a tremare. Penso sia una specie di stomaco, ma non credo sia vitale. R

Lord Byron

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"E' il mondo che è malato. Io sto bene". (Byron)