La buona azione

Succede che il Signor O.Gufoni, alla non piu` verde eta´ di 96 anni, si accorge una mattina che di li’ a breve la sua scampagnata in questo mondo sarebbe potuta finire.
Ora, e' importante capire che il Nostro Gufoni aveva, fino a quella mattina,
condotto una vita del tutto aderente alla prassi che comporta l'aver superato (di 6 lunghezze) i novanta.
Visite specialistiche, narcolessia, vecchi film western.
Mattine passate a ciondolare tra letti e divani e programmi di cucina alla tv e parole crociate semplificate.
Tutto all'insegna della piu' disarmante normalita'.
Quella mattina un senso di angoscia lo aveva svegliato piu' bruscamente di una sveglia digitale. Penso' di aver mangiato troppa minestra di farro e carote la sera prima.
Il televideo nel frattempo (con i caratteri zoomati del 500%) dava i programmi del pomeriggio e della sera, e poi della mattina e di nuovo del pomeriggio.
Il Gufoni stacco' il crocifisso dalla parete alle sue spalle e lo strinse a se. «Signore mio, mica mi vorrai far dipartire senza che mi sia meritato il paradiso??».
Da allora niente sarebbe piu stato lo stesso.
Telefono' subito (dal suo vecchio Sirio) al portiere del palazzo che dietro lauta retribuzione si occupava tra le altre cose di sbrigare qualche piccola commissione per gli anziani (molti) del palazzo.
«Mario?»
«Eccolo signor Gufoni!»
«Senta, abbia pazienza, mi serve un prete"
"Un prete? Ommadonna! Non si sente tanto bene stamattina? Vuole che chiami il dottore?"
"macche' dottore! Voglio un prete, lasci fare, con tanto di colletto bianco e pastorale
!"
Mario, che era un brav'uomo tutto sommato, e credeva fermamente alla filosofia del: "...campi cent'anni", rispose.
"Tra dieci minuti scendo in piazza e vedo se c'e' Don Fabrizio".
"Grazie Mario, aspetto una mezzora allora".
Fu la mezzora piu' lunga di tutti e novantasei gli anni.
Disse una decina di Padrenostri, che a metterli insieme tutti e dieci non ne facevano uno detto bene. Poi si mise la vestaglia, e se la tolse. Si ricordo' che forse teneva una vecchia bibbia dentro casa, e allora butto' giu tutti i libri senza trovare niente.
Poi si lascio' cadere sul divano sfinito.
Suono' il citofono.
"Si?"
"Sono Mario signor Gufoni, c'e' don Fabrizio qui' lo faccio salire?"
" Si Mario, abbia pazienza"
Il Don sembrava Winnie the pooh in abito talare, tanto era rubicondo. "Posso entrare?" " Venga, venga,".
Improvvisarono una confessione sul tavolinetto della cucina. Don Fabrizio annuiva paterno e il Gufoni mimava le sue preoccupazioni.
Dopo una ventina di minuti Il prete chioso':
" Signor Gufoni, qui' ci vuole una santa e concreta e netta buona azione".
Gufoni annui' teatralmente.
In realta' il Nostro Gufoni aveva trascorso il suo quasi secolo in maniera piuttosto pia e morigerata. Peccatucci veniali e prontamente confessati. Nessun vizio.
Tuttavia il Don Fabrizio era un ecclesiastico di mondo, sapeva che in quei casi era meglio assecondare le richieste dei centenari, specialmente se facoltosi e inclini alle offerte.
Dunque cosa fare?
Rimuginarono un po' sulla questione.
In effetti il Gufoni non poteva uscire di casa a causa degli acciacchi. Don Fabrizio propose:
" Una donazione ai poverelli?"
"Fatta la scorsa settimana".
Il prete incrocio' le mani sotto il mento, mentre il Gufoni si avviava all' orinatoio.
Era quasi l'ora della messa pomeridiana.
In tv davano un reportage sui lavori precari e le vendite telefoniche. Il Gufoni torno' dal bagno.
"Ho un'idea, fece il Don". "Chiami al telefono una compagnia telefonica e accetti qualsiasi offerta, anche la piu' dispendiosa".
Gufoni rimase perplesso.
"Eccheneso io di telefoni?"
Don Fabrizio improvviso'.
"Lei li chiama i cellulari?"
"Ma quali cellulari? Io chiamo mia sorella a Grottaferrata 3 volte al giorno e il dottore qua' sotto!."
"Bene! Allora chiami e si faccia attivare una tariffa per i cellulari! In questo modo aiuta l'operatore al telefono che guadagnera' di piu'".
Il quasi centenario non era sicuro di aver capito bene ma accetto'. Il prete gli scrisse il numero da chiamare e dopo 1 avemaria e 2 padrenostri se ne ando'.
Il Sig. O. Gufoni prese il telefono e digito' i numeri.
Rispose una signorina.
"Buongiorno ***** sono Alessia, come posso aiutarla?"
" Signorina abbia pazienza, io non faccio i cellulari ma, ecco, mi potrebbe mettere una tariffa per le chiamate ai cellulari?"
La signorina espose la tariffa che consentiva chiamate pressoche' illimitate ai cellulari. Poi disse:
"Il costo e' di..."
" Quello che sia sia.." rispose il Gufoni.
" Me la puo' mettere signorina?"
" Provvedo subito".
Ora successe qualcosa di particolare. La signorina, esperta e volenterosa, non riusci' a inserire la tariffa a causa di un'anomalia sul suo computer.
Si da il caso che la stessa signorina fosse, da qualche giorno, impossibilitata a comunicare con una persona vagamente interessante e incravattata all'interno dell'azienda, a causa della enorme mole di lavoro e dell'azzeramento quasi totale degli spazi per la socializzazione.
Con la prontezza che e' solo delle donne (in particolare quelle con gli occhi magnetici) approfitto' pertanto della difficolta' tecnica per chiamare in soccorso QUELLA persona.
"Resti in attesa signor Gufoni, la prego, torno subito da lei".
Per un'altra particolare coincidenza accadde che neppure QUELLA persona riusci' nell'immediato a risolvere il problema.
Conversarono quindi, amabilmente per buoni 10 minuti, davanti allo schermo del signor Gufoni in attesa che l'anomalia rientrasse.
In quel momento il blu dello schermo fu candela ad illuminare i due.
L'anomalia non si risolse.
"Signor Gufoni e' ancora li'?"
" Si, mi,dica"
"Al momento non riesco ad attivare il servizio a causa di problemi di sistema. La ricontattero' io nei prossimi giorni per confermarle l'avvenuta attivazione"
" Ma come? Allora lei non guadagnera' di piu' oggi?"
" Come dice sig. Gufoni?"
"Niente, lasci fare"
" Ah, una cosa sig. Gufoni..."
"Mi dica..."
"..Grazie...."
" Di cosa signorina?"
"Lasci fare....".
Il vecchietto riaggancio' il telefono sconsolato per la mancata buona azione. Quella notte pero' dormi' tranquillo come un bambino di 96 anni suonati. Anche se non seppe mai il perche'.

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