Quelli come me (omaggio ad Alda Merini)

Quelli come me si viaggiano dentro,
a piedi, per non perdersi i passaggi desolati (molti) e le radure verdi (poche).
Quelli come me ti leggono d'un fiato e poi ci tornano sopra, a leggerti, per coglierti le sfumature.
Quelli come me sanno ridere. Ma lo fanno con parsimonia. Perché non va sprecata la felicità.
Quelli come me sanno anche stare soli, perché i fantasmi che abbiamo dentro, se li ignori, iniziano a fare paura davvero.
Quelli come me sentono la vita sulla pelle, tutta. E ne portano le cicatrici; senza fierezza ma neppure vergogna.
Quelli come me cercano l'amore nelle parole dette e in quelle scritte, nelle persone, nei fiori, in un cagnolino, nei silenzi.
Quelli come me spesso si odiano ma quando si amano è di un amore profondo, come un abisso.
Quelli come me sanno ascoltare ma soprattutto sanno tacere.
Quelli come me non giudicano. Perché il giudizio non ce l'hanno gli uomini, né le donne.
Quelli come me provano tristezze complicate e gioie semplici. 
Quelli come me sono labirinti, ma basta un buon gomitolo di filo e la strada alla fine la trovi.
Quelli come me magari li incontri per la strada, e passi oltre, li vedi talvolta appuntarsi qualcosa su un quaderno, oppure sorridere senza una ragione. Ma una ragione ce l'hanno eccome.
Quelli come me scrivono. E amano farlo e devono farlo.
Perché se non lo facessero sarebbero soltanto grigie ombre di se stessi.



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